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Difetti nella glicosilazione: coinvolgimento di diversi enzimi

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Difetti nella glicosilazione: coinvolgimento di diversi enzimi

In presenza di difetti nella glicosilazione, possono evidenziarsi delle malattie genetiche caratteristiche che determinano il quadro clinico di disturbi congeniti della glicosilazione, un processo cellulare che identifica consiste nell’aggiunta di zuccheri a delle specifiche proteine che si articola in diverse reazioni con interessamento di vari enzimi che prendono parte ai vari passaggi. Per determinare lo sviluppo di queste malattie genetiche basta che il soggetto evidenzi una carenza a carico di un unico enzima che attiva il mancato funzionamento delle proteine che richiedono l’impiego di un’adeguata componente zuccherina. Il quadro sintomatologico di questo gruppo di malattie genetiche prevede la manifestazione di diversi disturbi proprio perché il processo di glicosilazione coinvolge numerose proteine che prendono parte alle varie funzioni all’interno di una cellula. Nella maggioranza dei casi clinici si rilevano delle alterazioni a carico della fosfomannomutasi 2 (PMM2), il deficit che interessa questo enzima determina il quadro patologico della PMM2-CDG: si tratta della forma più frequente della sindrome CDG caratterizzata da disturbi dell’alimentazione, diarrea, ritardo della crescita, ritardo psicomotorio, neuropatia periferica, encefalopatia con ipotonia assiale, movimenti oculari anomali, ipoplasia cerebellare, episodi simil-ictus e retinite pigmentosa. Invece il disturbo della glicosilazione di tipo 2E (CDG IIe) determina alterazioni della morfologia dello scheletro, riduzione di tono degli organi, insufficienza cardiaca, aumento di volume del fegato e della milza, riduzione del volume del cranio, convulsioni, atrofia del cervello, ritardo psicomotorio, anomalie scheletriche e lipocutanee, atrofia olivo-ponto-cerebellare, fibrosi epatica. Altre notizie su http://www.orpha.net/consor/cgi-bin/OC_Exp.php?Lng=IT&Expert=79318.  

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Come si trasmettono queste malattie

difetti nella glicosilazione

Attraverso la trasmissione con modalità autosomica recessiva si eredita questo difetto, nello specifico la sindrome CDG IIe è causata da mutazioni nel gene COG7, localizzato sul cromosoma 16. Tra i metodi diagnostici che permettono di identificare il difetto della glicosilazione si fa ricorso all’analisi elettroforetica della transferrina sierica, ma poiché non si tratta di una procedura inbvestigativa che consente di distinguere il tipo specifico di CDG è utile eseguir l’analisi della transferrina, inoltre è necessario caratterizzare geneticamente il particolare difetto molecolare, in presenza di casi familari che rimandano a difetti nella glicosilazione si esegue la diagnosi prenatale. Alcune forme di CDG richiedono dei trattamenti specifici, ma per la PMM2-CDG e per la forma Iie non sono stati postulati degli approcci terapeutci di tipo risolutivo per questo si interviene esclusivamente sulle manifestazioni attraverso dei trattamenti in grado di placare i sintomi.

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Redazione

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