• Incremento transaminasi sindrome di HELLP

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    Incremento transaminasi sindrome di HELLP

    L’incremento dei valori ematici delle transaminasi si riscontra in diversi casi tra cui nei soggetti affetti da sindrome di HELLP con cui si fa riferimento ad una particolare forma di preeclampsia, nota in campo medico con il nome “Hemolisis, elevated Enzymes Liver e Low Platelet count”, la cui insorgenza si viene a verificare in genere precocemente, attorno al terzo trimestre di gravidanza oppure nelle prime settimane dopo il parto. Quando la patologia si presenta nel postpartum, il suo esordio si viene a registare entro le 48 ore dopo il parto, ma anche sette giorni dopo. La sindrome si innesta a partire da specifici processi di natura patogena quali: alterazione del rapporto vasocostrittori e vasodilatatori, danni a livello endoteliale, vasospasmo. Il quadro clinico della sindrome molto spesso si esplica come la manifestazione finale di condizioni varie che causano um danno endoteliale con conseguente attivazione piastrinica intravascolare, ciò determina a sua volta il rilascio di trombossano A e serotonina, provocando vasospasmo, agglutinazione ed aggregazione piastrinica. Ulteriori notizie si trovano su Valori di transaminasi alti insufficienza cardiaca congestizia. Continue reading

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  • Troponina cardiaca significato diagnostico

    Troponina cardiaca valore clinico

    La proteina contenuta nelle fibrocellule del cuore rilasciata nel circolo sanguigno in caso di necrosi miocardica è la troponina cardiaca,  che si rivela nel corso di ischemia prolungata che determina l’infarto miocardico acuto. Questo marcatore umorale di necrosi cardiaca è specifico per il tessuto cardiaco, e si vengono a distinguere essenzialmente due tipi di enzimi: la troponina I (cTnI) e la troponina T (cTnT). Il test clinico che rivela questo marcatore ne misura la concentrazione plasmatica e viene eseguito nel caso in cui  un soggetto presenta un forte dolore a livello del torace riconducibile ad un ischemia cardiaca, in genere si eseguono tre diverse misurazioni per cui dopo il primo esame, se ne esegue un secondo a distanza di 6 ore dall’insorgenza dei disturbi ed in seguito a distanza di 12 ore, questo perché la troponina prima di raggiungere dei valori positivi impiega un po’ di ore. In genere, la negatività dell’esame dopo 12 ore dall’insorgenza della sintomatologia è un dato che consente di escludere un disturbo di origine cardiaca. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Valori di transaminasi alti insufficienza cardiaca congestizia. Continue reading

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  • Valori di transaminasi alti insufficienza cardiaca congestizia

    Valori di transaminasi alti insufficienza cardiaca congestizia

    Si possono registrare valori di transaminasi alti a livello sierico, in presenza di patologie quali l’insufficienza cardiaca congestizia, una condizione che si viene a verificare quando la funzione di pompa del cuore non è sufficiente a soddisfare le esigenze del corpo: il cuore non è in grado di fornire sangue ossigenato a tutto l’ organismo. Tra i fattori eziologici che possono causare la patologia ci sono malattie a carico del muscolo cardiaco che finiscono per indebolirlo, condizioni patologiche che causano irrigidimento dei muscoli del cuore, malattie che aumentano l’esigenza di ossigeno da parte dei tessuti per sopperire all’incapacità del cuore di fornire sangue ossigenato. In base all’organo interessato, l’insufficienza cardiaca congestizia può interessare: i reni, in quanto il muscolo cardiaco non è in grado di fornire abbastanza sangue ai reni, che come conseguenza diretta non sono in grado di espellere sodio ed acqua; polmoni provocando casi di edema polmonare; l’intestino che perdendo la sua funzionalità non è in grado di assorbire correttamente le sostanze nutritive; il fegato, compromettendo la sua capacità di rimuovere le tossine. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo LDH presente in diversi tessuti. Continue reading

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  • Alfa-fetoproteina quale informazioni fornisce

    Alfa-fetoproteina: i dati forniti dal marker

    Per valutare le condizioni di salute del fegato viene preso in considerazione un parametro cole l’alfafetoproteina (AFP), una sostanza glicoproteica che viene prodotta durante la vita fetale dal sacco vitellino e dal fegato. Questa glicoproteica viene prodotta e rilasciata dal fegato, ma talvolta può venir secreta anche da altri organi e tessuti del corpo. Dopo la nascita i livelli di alfafetoproteina si riducono sensibilmente per attestarsi nei primi due anni di vita su valori caratteristici dell’adulto. A livello clinico, il dosaggio ematico dell’alfafetoproteina viene effettuato per monitorare l’evoluzione di alcuni tumori, per cui si tratta di un esame utile per reperire indicazioni sull’evoluzione nel tempo di diverse formazioni tumorali, fornisce inoltre informazioni sull’esito delle terapie intraprese come cura; di fatto, quindi l’alfafetoproteina rappresenta uno dei più importanti marcatori del tumore al fegato fornendo dati utili per la diagnosi dell’epatocarcinoma, inoltre il dosaggio di questo marker nel periodo post-operatorio permette di individuare un’eventuale recidiva. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Tumore al fegato funzionalità epatica come viene valutata. Continue reading

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  • Fosfatasi alcalina: valori alti

    Fosfatasi alcalina alterazione dei valori

    I test di laboratorio sono dei parametri di giudizio da utilizzare non solo nella diagnosi delle malattie del fegato ma anche per seguire nel tempo le condizioni del paziente e l’efficacia della terapia seguita, tra i test più importanti che vengono impiegati in ambito clinico gli esami del sangue assumono un ruolo centrale visto che con fornisce vari indici che permettono di controllare le condizioni del fegato come la fosfatasi alcalina, un enzima presente in molti organi tra cui il fegato. Nello specifico questo enzima è presente nei microvilli delle cellule che rivestono i piccoli dotti che trasportano la bile, ossia i canalicoli biliari, in caso di aumento dei valori della fosfatasi alcalina si potrebbero evidenziare delle alterazioni con sede nel fegato o nelle ossa per cui è importante risalire alla vera eziologia. In genere i valori possono subire un’alterazione quando è rallentato il flusso della bile a causa di una malattia del fegato o per la presenza di calcoli biliari, ma possono registrarsi degli incrementi significativi anche in presenza di alcune malattie delle ossa, inoltre anche alcune neoplasie possono modificare i valori normali. Tra gli altri fattori che possono influenzare i livelli di questo enzima vi è anche l’assunzione di alcune classi di  farmaci  e la gravidanza, questo perché la fosfatasi alcalina ha origine dalla placenta. Maggiori notizie su Ipertiroidismo aumento dei valori delle transaminasi. Continue reading

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  • Transaminasi colon irritabile

    Transaminasi colon irritabile: relazione

    Esiste una certa relazione diretta tra i valori transaminasi ed il quadro clinico del colon irritabile, di fatto tra gli esami richiesti per accertare la patologia si fa ricorso anche a questo parametro. La diagnosi dell’IBS si basa principalmente su dati clinici, prendendo come punto di partenza i Criteri Romani sulla cui base è possibile determinare se la patologia presentata dal paziente è da ascrivere al disturbo gastrointestinale in questione. In presenza di situazioni cliniche particolari è necessario far ricorso a delle indagini più approfondite che richiedono l’uso di esami di laboratorio e di esami strumentali, utili per eseguire una diagnosi differenziale dell’IBS. Per quanto riguarda gli esami di laboratorio è utile eseguire anche le analisi del sangue, dal campione prelevato si possono eseguire diverse indagini a partire dal semplice emocromo, tra gli altri indici da prendere in considerazione ci sono parametri quali: le transaminasi, la ionemia, la glicemia, la creatinine mia, la sideremia. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Transaminasi gpt e got: alterazioni. Continue reading

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  • Dermatomiosite diagnosi e cura

    Dermatomiosite come si manifesta la malattia muscolare infiammatoria

    Tra le condizioni patologiche che possono determinare un aumento dei valori delle transaminasi bisogna segnalare anche la dermatomiosite che determina un incremento dei valori dell’AST con un rapporto AST/ALT che può risultare superiore a tre. La dermatomiosite è una malattia muscolare infiammatoria, di carattere acuto oppure progressivo, di cui ancora non si conosce l’eziologia certa, anche se si evidenzia una particolare relazione con i difetti immunitari, nella maggior parte dei casi la manifestazione della patologia si evidenzia come una condizione acquisita, ma in alcuni casi può essere presente una predisposizione genetica. L’esordio della malattia si esplica con alcuni evidenti segni cutanei quali la comparsa dell’eritroedema fotosensibile sulle aree della pelle esposte, a cui si associano altre manifestazioni caratteristiche quali debolezza muscolare, artralgie, infiammazione dei muscoli faringei, con disturbi della deglutizione, palpitazioni. Talvolta questa malattia muscolare infiammatoria si manifesta in associazione ad altre patologie come ad esempio diversi tipi di tumori che colpiscono le donne come quello alla mammella, all’utero oppure dell’ovaio; mentre nell’uomo possono comparire in associazioni a formazioni neoplastiche che interessano l’epitelio bronchiale, il tubo digerente, la prostata. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Miosite come si evidenzia. Continue reading

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  • LDH presente in diversi tessuti

    LDH presente in diversi tessuti

    La lattato deidrogenasi, noto come LDH o lattico deidrogenasi, è un enzima citoplasmatico presente in diversi tessuti dell’organismo dove avviene la conversione del lattato a piruvato che combinandosi fra loro originano cinque diversi isoenzimi: LDH1 si trova nel miocardio, nei globuli rossi, nel rene e nelle cellule germinali; LDH2 è presente nel miocardio, nei globuli rossi, nei globuli bianchi e nei reni; LDH3 prevale soprattutto nei polmoni; LDH4 si trova nel muscolo scheletrico, nel fegato, nei linfonodi e nei globuli bianchi; LDH5 è presente nel fegato e nel muscolo scheletrico. La misurazione della lattato deidrogenasi è un importante parametro clinico con cui si può valutare la sede di un eventuale danno tissutale, in condizioni normali la LDH 1 prevale sulla LDH2, mentre dopo un infarto cardiaco quest’ultima tende a prevalere; invece dopo un infarto i valori di lattato deidrogenasi aumentano più tardivamente nell’arco di 3-4 giorni, per poi tornare alla normalità nel giro di qualche settimana. Attraverso il dosaggio della lattato deidrogenasi è possibile formulare la diagnosi di infarto miocardico in atto oppure superato. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura di Enzimi aspecifici di citolisi LDH. Continue reading

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  • Ipertiroidismo aumento dei valori delle transaminasi

    Ipertiroidismo aumento dei valori delle transaminasi: relazione

    In associazione alla condizione di l’ipertiroidismo si riscontra un aumento dei valori delle transaminasi, per cui dal riscontro dei livelli sierici gli enzimi epatici quali l’ALT e l’AST risultano aumentati. A causa dell’eccessiva concentrazione di ormoni tiroidei in circolo si vengono a riscontrare diversi sintomi e segni clinici comuni ad ogni forma di ipertiroidismo, si tratta di manifestazioni connesse con l’aumento del metabolismo e dell’iperattività del sistema nervoso, ma talvolta il quadro clinico di ciascun paziente presenta diverse manifestazioni specifiche. In genere i tratti clinici più tipici sono rappresentati da: un eccesso di ormoni tiroidei in circolo che comporta un aumento del consumo di ossigeno e della termogenenesi a cui si associa la formazione di un gozzo; tachicardia; aumento della pressione arteriosa; aritmie sopraventricolari; tremori muscolari; astenia; epatomegalia; aumento delle transaminasi e della fosfatasi alcalina; ipercalciuria ed ipercalcemia; osteoporosi; incremento dell’ematocrito; iperglicemia; si possono evidenziare delle alterazioni a livello sessuale che si traducono nel maschio nell’impotenza e nella perdita della libido ed irregolarità mestruali nella donna. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Transaminasi got ruolo biologico: metabolismo.

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  • Funzione epatica attività protrombinica

    Funzione epatica attività protrombinica

    Per valutare la funzione epatica si possono prendere in considerazione diversi parametri tra cui l’attività protrombinica, anche se alterazioni dei valori della protrombina, oltre che essere causati dal malassorbimento e dal deficit della vitamina K, possono dipendere anche da malattie del sangue e della coagulazione. Questa glicoproteina plasmatica sintetizzata dal fegato è nota anche come fattore II della coagulazione, di fatto in presenza di una lesione di un vaso sanguigno si verifica la rapida conversione della protrombina (fattore II) in trombina (fattore IIa), con mutazione del fibrinogeno in un polimero di fibrina insolubile, come conseguenza d questa serie di conversioni si produce una rete di fibre che causano un coagulo. Un indice clinico importante è il cosiddetto “tempo di protombina” (PT) che è un’analisi del sangue che permette di quantificare il tempo necessario alla formazione di un coagulo di fibrina, assume quindi un ruolo decisivo per il monitoraggio dei pazienti che stanno seguendo una terapia con anticoagulanti orali, ma offre anche la possibilità valutare cinque dei dodici fattori della coagulazione tra cui: I -fibrinogeno -, II – protrombina, V – proaccelerina, VII – proconvertina, X – protrombinasi; la funzionalità degli altri fattori di coagulazione vengono riscontrati attraverso un semplice esame ematico definito tempo parziale di tromboplastina (PTT). Maggiori notizie su Vitamina K: eventuali deficit. Continue reading

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