• Transaminasi basse beriberi

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    Transaminasi basse beriberi

    I soggetti che evidenziano valori di transaminasi basse possono essere colpiti da una malattia come il beriberi causata da una carenza di vitamina B1 (tiamina), in genere si tratta di un deficit dovuto principalmente ad un regime alimentare povero di vitamina B1 presente in generale in alcune categorie di cibi quali: carne, prodotti caseari, cereali integrali. A parte la carenza di alimenti ricchi di vitamina B1 possono intervenire altri fattori tra cui: una predisposizione genetica che rende patologica l’assimilazione della vitamina; la condizione di ipertiroidismo; l’abuso di alcol che può ostruire l’assorbimento della vitamina; la diarrea prolungata; alcune malattie che possono compromettere la capacità dell’organismo di usare in maniera corretta la vitamina; la dialisi renale; i bambini allattati al seno o con latte artificiale a basso contenuto di vitamina B1. Si distinguono due tipi di beriberi: quello umido che tende a coinvolgere le funzioni del cuore potendo determinare nei casi più severi un’insufficienza cardiaca; invece il tipo secco colpisce i nervi determinando una perdita di tono muscolare che può sfociare nella paralisi muscolare. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Enzimi digestivi e fase digestiva. Continue reading

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  • Iperferritinemia conseguenze

    Iperferritinemia conseguenze

    A causa della condizione di iperferritinemia, se imputabile ad un sovraccarico di ferro, possono verificarsi delle conseguenze gravi per la salute dal momento che l’eccessivo accumulo di ferro ad opera della proteina deputata all’immagazzinamento del ferro può determinare la concentrazione del minerale in diverse sedi del corpo andando ad interessare degli organi vitali quali: cuore, fegato, polmoni, midollo osseo, ghiandole endocrine danneggiando le cellule dei tessuti. La ferritina alta è una condizione da monitorare perché potrebbe provocare l’insorgenza di diverse patologie tra cui: cirrosi, diabete, fibrosi, carcinoma epatico, cardiopatie, impotenza, artropatie delle articolazioni. È inoltre importante risalire alla causa che ha determinato l’aumento della ferritina nel sangue e tra i fattori eziologici più frequenti ci sono: processi di flogosi da imputare ad infezioni e malattie infiammatorie acute o croniche; un sovraccarico di ferro dovuto a scorrette abitudini alimentari; disturbi metabolici (diabete, iperuricemia, ipertensione arteriosa, obesità, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia); trasfusioni di sangue; necrosi di tessuti; emocromatosi ereditaria che causa un’alterazione nell’assorbimento del ferro; leucocemia. Per altre informazioni si rimanda alla lettura di Alfa-fetoproteina quale informazioni fornisce. Continue reading

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  • Quadro clinico dell’epatopatia alcolica 

    Quadro clinico dell’epatopatia alcolica

    Diversi fattori possono contribuire a far sviluppare il quadro clinico dell’epatopatia alcolica, e tra le cause principali vanno menzionati: la quantità di alcol abitualmente assunto, lo stato nutrizionale del paziente, la componente genetica e metabolica. Le alterazioni del fegato causate da un consumo eccessivo di alcol possono innestare un processo degenerativo che in base allo stesso decorso può comportare diverse condizioni patologiche quali: steatosi, epatite alcolica, cirrosi epatica. Gli effetti dell’alcolismo sono alquanto variabili, per cui non tutti i bevitori presentano gli stessi danni al fegato, il rischio aumenta in proporzione alle quantità di alcol consumato ed alla durata dell’abuso, la causa è da rinvenire in una trasformazione dell’etanolo in sostanze tossiche che vanno al alterare il fegato in maniera irreversibile e cronica. Ed infatti l’alcol è un’epatotossina il cui metabolismo da parte dell’organismo crea danni più o meno gravi sulla cellula epatica che può andare incontro ad un processo infiammatorio progressivo. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Epatite alcolica: diagnosi e trattamento. Continue reading

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  • Malattie muscolari come si manifestano

    Malattie muscolari quadro clinico

    Uno specifico quadro clinico connota i pazienti colpiti da malattie muscolari che possono dipendere non solo da alterazioni delle fibre muscolari ma anche da alcune malattie neurologiche oppure di carattere sistemico come alcune patologie reumatiche, diversi disturbi cardiovascolari, senza trascurare disfunzioni respiratorie oppure a livello endocrino. Per identificare le patologie muscolari assume un ruolo centrale la stessa anamnesi del paziente che evidenzia una sintomatologia muscolare tipica per cui il soggetto presenta alterazioni della deambulazione e della forza muscolare degli arti inferiori con distribuzione simmetrica; il soggetto lamenta anche instabilità e quindi è spesso vittima di cadute occasionali; un altro segno clinico caratteristico è rappresentato dalla rigidità articolare con dolori agli arti inferiori che si manifestano con maggiore frequenza di notte. Talvolta il soggetto può presentare una condizione di artropatia degenerativa che riduce la mobilità e causa delle significative alterazioni della colonna vertebrale. L’insorgenza di indebolimento del tono muscolare determina l’ipostenia muscolare, con alterazioni della via motoria discendente a cui si accompagnano lesioni dei nervi periferici e dei muscoli. I soggetti inoltre risentono di dolore e crampi muscolari, possono evidenziarsi anche alterazioni dei riflessi tendinei. Altre notizie su Miosite come si evidenzia. Continue reading

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  • Danno epato-biliare enzimi

    Danno epato-biliare enzimi

    Oltre alle transaminasi forniscono un indice di danno epato-biliare altri enzimi tra cui: lattico deidrogenasi (LDH), fosfatasi alcalina (FA o ALP), ornitil-carbamil-transferasi (OCT), gamma-glutamil-transpeptidasi (Gamma-Gt), aldolasi. Gli esami di laboratorio hanno un ruolo importante nella diagnosi delle malattie del fegato e per la valutazione del loro grado di estensione, in particolare per riconoscere un eventuale danno epatico vengono condotte più prove per esaminare diversi aspetti funzionali epatici, in tal modo è possibile non solo stabilire la corretta diagnosi ma anche formulare l’approccio terapeutico più adeguato, successivamente attraverso ulteriori indagini è possibile verificare il decorso della patologia e verificare la funzionalità epatica. Per verificare la funzionalità epatica si eseguono diverse tipologie di esami con cui verificare il danno epatocellulare, si possono inoltre eseguire prove della funzione di sintesi del fegato ma anche delle analisi per verificare il riconoscimento della colestasi intra- ed extraepatica e dei processi infiltrativi del fegato. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Colinesterasi quali informazioni fornisce. Continue reading

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  • Lipasi pancreatiche quali funzioni attivano

    Lipasi pancreatiche quali funzioni attivano

    Gli enzimi delle lipasi pancreatiche sono coinvolti nel metabolismo dei lipidi quelle pancreatiche e vengono rilasciate nell’intestino per favorire la digestione dei cibi grassi, in particolare questa funzione viene completa dai sali biliari e dal cofattore colipasi; per cui il pancreas produce la maggiore concentrazione della lipasi circolante nel sangue, nello specifico la lipasi pancreatica viene secreta dal pancreas con lo scopo di prendere parte all’idrolisi dei lipidi. In presenza di danni che colpiscono le cellule del pancreas oppure quando il dotto pancreatico è ostruito aumenta la concentrazione di enzima nel sangue. L’innalzamento della lipasi è di solito connesso con l’incremento dei valori dell’amilasi segnalando in questo modo la presenza di eventuali disfunzioni  visto che l’amilasi è un enzima digestivo che attiva la degradazione degli amidi, ovvero dei carboidrati. In particolare si registra una maggiore concentrazione di lipasi ed amilasi a livello ematico quando sono presenti degli specifici disturbi di origine biliare ed epatica. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Enzimi digestivi e fase digestiva. Continue reading

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  • Colinesterasi quali informazioni fornisce

    Colinesterasi quali informazioni fornisce

    La valutazione dei livelli della colinesterasi (CHE) assumono un ruolo predittivo in ambito medico dal momento che questo enzima prodotto dal fegato, presente anche nel sangue, nel pancreas ed in alcune cellule del sistema nervoso, diminuisce in maniera proporzionale alla presenza di un danno epatico, per cui rappresenta un parametro da considerare per diagnosticare casi di epatiti e di cirrosi. Inoltre i valori di questo enzima vengono misurati nella pratica clinica nella fase preoperatoria, mediante infatti il dosaggio della colinesterasi è possibile determinare la sensibilità  ai narcotici ed alla succinilcolina offrendo in questo modo la valutazione del rischio operativo. Va precisato che esistono due forme di CHE, una normale ed una atipica, i soggetti omozigoti per il gene atipico hanno bassi livelli dell’enzima epatico non inibita dalla dibucaina, dimostrandosi degli individui fortemente a rischio durante gli interventi chirurgici dal momento che la CHE atipica non è in grado di idrolizzare alcuni miorilassanti adoperati durante l’anestesia e quindi potrebbero verificarsi episodi di depressione respiratoria nel corso di operazioni chirurgiche. Il test per la misura dell’attività  della CHE serve per individuare delle varianti atipiche che potrebbero provocare paralisi prolungata dopo l’uso di farmaci depolarizzanti come anestesia. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Analisi del sangue per valutare la funzionalità epatica. Continue reading

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  • Cellule epatiche e cellule dei muscoli danneggiate

    Cellule epatiche e cellule dei muscoli danneggiate

    Quando le cellule epatiche del fegato o le cellule dei muscoli risultano danneggiate, la concentrazione delle transaminasi si riversa nel sangue attestandosi su dei livelli alti di tipo ematico, in particolare le transaminasi glutammico-ossalacetica (GOT) dette spartato-aminotransferasi (AST) sono presenti soprattutto nei muscoli e nel miocardio; invece le transaminasi glutammico-piruvica (GPT) dette alanina-aminotransferasi (ALT) si concentrano maggiormente nelle cellule del fegato. Per cui l’aspartato aminotransferasi è contenuto in diverse cellule ma risulta particolarmente concentrato alcuni distretti delle cellule epatiche mentre  l’alanina aminotransferasi è localizzato principalmente nelle cellule epatiche da cui fuoriesce in seguito a danni a carico della loro parete. Il rapporto tra le queste due categorie di enzimi è molto importante perché i valori risultanti possono segnalare la presenza di una lesione di tipo cardiologico come un infarto dei miocardio oppure un’altera­zione a livello muscolare quando si evidenzia un aumento prevalente delle SGOT o AST rispetto alle SGPT o ALT, quando il fegato non funziona cor­rettamente si registra di solito un innalzamento delle SGPT o ALT e in modo meno ele­vato un aumento delle SGOT o AST. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Transaminasi gpt e got alte: che problema c’è? Continue reading

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  • Valori di transaminasi superiori gravidanza

    Valori di transaminasi superiori gravidanza

    Se dalle analisi del sangue si rilevano dei valori di transaminasi superiori alla norma si può trattare di una condizione transitoria legata spesso alla gravidanza in corso ma in genere dopo il parto i livelli di questi enzimi ritornano nel range dei valori nella norma. Sarebbe comunque opportuno, per evitare complicazioni recarsi dal medico per seguire eventualmente una dieta valida per tenere sotto controllo i valori. Comunque è raccomandabile in gravidanza ridurre il consumo di particolari classi di cibi quali: latticini, carne rossa, fritti, dolci, funghi, peperoni, melanzane, cavolfiori, frutta secca, uova. In base poi allo stesso stadio della gravidanza può anche essere consigliabile effettuare una moderata attività fisica da eseguire sotto controllo del medico. Tutte queste raccomandazioni sono utili anche per scongiurare l’insorgenza dell’epatogestosi con cui si fa riferimento ad una gestosi che coinvolge principalmente il fegato, verificandosi solo in gravidanza con un decorso più o meno lieve, in genere si riesce a controllare il disturbo attraverso una specifica terapia medica. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Transaminasi valori superiori alla norma in gravidanza. Continue reading

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  • Epatite autoimmune come si evidenzia

    Epatite autoimmune causata da un difetto del sistema immunitario

    Una patologia su base autoimmune come l’epatite autoimmune riguarda il fegato ed è causata da un difetto del sistema immunitario che riconosce erroneamente cellule e tessuti dell’organo come estranei all’organismo e li aggredisce come se si trattasse di virus e di batteri. L’azione degli autoanticorpi è indirizzata contro l’organo scatenando un focus flogistico di natura cronica e progressiva che distrugge i tessuti provocando l’insufficienza epatica oppure casi di ipertensione portale. L’epatite autoimmune è una patologia che colpisce soprattutto le donne e tende a svilupparsi soprattutto tra i soggetti tra i 40 ed i 70 anni di età, anche se generalmente può insorgere in ogni momento. Di fatto tra i principali fattori di rischio vanno menzionati i seguenti elementi: l’età giovane, il sesso femminile, una storia clinica caratterizzata da un’altra malattia autoimmuni, la presenza di infezioni virali o batteriche, l’uso di alcuni farmaci. Per maggiori informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Alterazioni a livello epatico esami. Continue reading

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