Le alt transaminasi ti avvisano sulla salute del tuo fegato…
L’esame delle alt transaminasi misura la quantità di questo enzima nel sangue. Le alt transaminasi si trovano principalmente nel fegato, ma anche in piccole quantità nei reni, nel cuore,nei muscoli, e nel pancreas. Questo esame, fino a qualche tempo fa era chiamato anche siero glutammico piruvico transaminasi (SGPT). ( vedi anche Transaminasi gpt e alt sono la stessa cosa?).
Questo enzima epatico è misurato per vedere se il fegato è lievemente danneggiato o gravemente malato. Bassi livelli di ALT sono normalmente presenti nel sangue (Vedi anche Transaminasi gpt basse:cosa indicano?). Ma quando il fegato è danneggiato o malato, rilascia ALT nel flusso sanguigno,aumentando la sua presenza in esso, di conseguenza più alti sono i livelli di ALT e maggiori sono i danni al fegato.
L’esame per controllare la concentrazione delle transaminasi alt si effettua contemporaneamente ad altri esami come quello per l’ aspartato aminotransferasi (AST), la fosfatasi alcalina, il lattato deidrogenasi (LDH) e la bilirubina, per essere sicuri che l’anormale presenza delle alt transaminasi sia dovuta a qualche danno epatico.
…e non solo
Come accennato all’inizio di questo articolo l’esame per le transaminasi alt è eseguito per monitorare la salute e la perfetta funzionalità fisiologica del fegato e qualora non fosse tutto nella norma, questo esame sarà utile per capire se il danno proviene da malattie al fegato come la cirrosi o epatite causate da alcool, droghe o virus, o a causa di una semplice lesione. Inoltre, persone che presentano l’ittero si sottopongono a questo esame, per avere la certezza che quest’ultimo sia dovuto a qualche danno epatico o contrariamente da qualche altra malattia ematica. Eppure, nella maggior parte dei casi, la presenza eccessiva delle alt transaminasi è giustificata nè da una malattia epatica nè da una ematica, ma semplicemente dall’assunzione di farmaci che hanno il compito di tenere nella norma i livelli di colesterolo. In quest’ultimo caso il proprio medico curante dovrà considerare l’idea di sostituire il farmaco con un altro, oppure di stilare un corretto regime alimentare che eluda l’assunzione di questi medicinali.