Incremento delle transaminasi casi patologici più comunemente diagnosticati
Per formulare la corretta interpretazione diagnostica di un incremento delle transaminasi è fondamentale valutare accuratamente il quadro clinico del paziente nella sua totalità per individuare i diversi casi patologici riconducibili all’alterazione degli enzimi. Diversi fattori eziologici possono determinare un aumento delle transaminasi, in particolare si tratta di un indicatore che permette di rilevare una patologia epatica riconducibile a diverse forme di epatopatia, il quadro clinico in questo caso presenta un elevato incremento di questi enzimi con valori che si attestano attorno ai 500-1000 mU/ml, inoltre questa alterazione si mantiene alta per un lungo periodo di tempo. In presenza di valori alti di transaminasi è soprattutto il fegato a destare maggiori preoccupazioni in particolare se si registra un significativo aumento dei valori della ALT rispetto alla AST, a differenza del quadro clinico riconducibile a sofferenza miocardia. Partendo da un aumento di questa classe di enzimi è poi possibile distinguere tra una lesione epatica ed una lesione di tipo muscolare, si deve prendere in considerazione un altro enzima: la creatinfosfochinasi (CKP) raggiunge alti livelli ematici in quanto viene liberata in circolo in caso di sofferenza muscolare. Maggiori notizie su Transaminasi gpt e got: alterazioni.
Dove si concentrano questi enzimi
Le transaminasi sia AST che ALT sono presenti in diverse sedi del corpo tra cui il fegato ma l’enzima si trova anche, seppur in dosaggio più limitato, nei tessuti muscolari, principalmente nel cuore, per cui un aumento ematico degli enzimi può segnalare un possibile infarto del miocardio che si verifica quando le cellule muscolari del cuore vanno in necrosi, talvolta poi un aumento delle transaminasi può avvenire in caso di una patologia del tessuto muscolare striato riconducibile ad un processo di infiammazione muscolare. Per altre informazioni si rimanda alla lettura dell’articolo Transaminasi gpt e got alte: che problema c’è?